Le leggende metropolitane

Pesci pulitori:
Se mostri un Ancistrus a qualcuno che non ha esperienza acquariofila e gli domandi come si chiama, questi nel 99% dei casi ti risponderà che è il fantomatico “pesce pulitore”. Anche alcuni dei negozianti che conosco, se gli domandi che pesci sono, ti rispondono che sono pesci pulitori. E se gli chiedi “sì vabbè, ma come si chiamano?”, quelli guardandoti in modo un po’ commiserevole per la tua capoccia dura ti ripetono scandendo le parole: “sono i pesci pulitori!”. Se poi guardi la vasca a fianco con dentro i corydoras e gli chiedi facendo lo gnorri “e questi qui cosa sono?”, la risposta è ancora “anche questi sono pesci pulitori!”. E se a questo punto strabuzzi un po’ gli occhi facendo finta di essere confuso, il negoziante ti rassicura dicendoti che “quello là” è un pulitore di vetro, mentre “questi qui” sono pulitori di fondo, e poi forse se gli risulterai simpatico ti parlerà anche dei mangiaalghe e dei mangialumache, che stanno nelle vasche vicine.

Questi nomignoli, oltre ad avere poco senso, portano a confondere con estrema facilità pesci totalmente diversi, facendo spesso commettere a coloro che si avvicinano all’acquariofilia grossolani errori nella scelta dei propri pesci con conseguenze anche drammatiche per i poveri animaletti.

Il fantomatico Ancistrus leucostictus:
Da qualche tempo nel marasma di internet si è diffuso un nuovo modo (sbagliato ovviamente) di chiamare gli Ancistrus, attribuendo ai comuni esemplari in commercio il nome di una specie assai rara e difficile da trovare anche attraverso canali specializzati: l’Ancistrus leucostictus. E’ bene sottolineare, a dimostrazione della bassa qualità di queste informazioni, che i siti che confondono i normali Ancistrus con i leucostictus solitamente li definiscono anche beceramente pulitori, pesci mangiatori di alghe, pesci raschiatori di vetri, e così via. Bè, non facciamoci fregare e teniamo presente che l’Ancistrus leucostictus è un pesce che probabilmente non vedremo mai in un negozio.

L’Ancistrus caloroso:
Gli Ancistrus sono diffusi in natura in un areale molto vasto che comprende zone a clima tipicamente tropicale ma anche zone a clima continentale. In natura la loro riproduzione è stimolata da un veloce e abbondante abbassamento della temperatura causato dall’inizio della stagione delle piogge. Queste condizioni sono difficilmente replicabili in un comune acquario, ma bisogna tener presente che vivono male a temperature oltre i 26-28 gradi ma sopportano bene temperature attorno ai 20 gradi, alle quali si possono riprodurre con regolarità. Personalmente ho allevato degli avannotti di un paio di settimane di vita sul balcone a 15 gradi quest’autunno, non riportando alcuna perdita. Se li avessi tenuti a 30 gradi sono sicuro che le perdite ci sarebbero state.

Il mangialegno:
Si sente spesso dire che gli Ancistrus hanno assolutamente bisogno di avere dei legni in vasca perchè amano sgranocchiarli come se fossero scoiattoli con le noccioline. Questo non è vero. I legni normalmente usati in acquario sono troppo duri per essere sgranocchiati dai pur pevicaci dentini di questi pesci, perciò le fibre di cui essi necessitano devono essere fornite in altri modi, per esempio col cibo. Moltissimi dei più diffusi mangimi in pastiglie per loricaridi contengono quantità sufficienti di fibre alimentari per garantire a questi pesci una corretta funzione intestinale.

Pesce nero porta sfortuna:
Albert Einstein diceva che solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma che sull’universo non era del tutto sicuro. Bene, assodato ciò non sarebbe difficile assistere, assieme alla diffusione dell’acquariofilia, anche alla diffusione di credenze idiote che la riguardano. A dire il vero credenze abbastanza bizzarre già esistono. Per esempio tra gli acquariofili americani è diffusa la credenza che scrivere per intero il nome “Pleco” (col quale gli anglosassoni identificano in genere i loricaridi) porti sfortuna al proprio pesciolone facendolo morire stecchito senza cause o sintomi apparenti. Visto come vanno le cose e visto che siamo abbastanza abili a copiare e peggiorare le peggiori abitudini d’oltreoceano, non ci sarebbe da stupirsi se un bel giorno venisse fuori che i pesci neri portano sfortuna quando ti attraversano l’acquario…